martedì 15 luglio 2008

Fumetto por migo: Tex il Grande, di Guido Buzzelli

NON PASSATE OLTRE!
Solo perche avete letto Tex. Per affrontare questa lettura, quello che sapete del Tex moderno è sufficiente: vicende, "avventure" di cui non importa a nessuno, noiose, ripetitive. I dialoghi di Nizzi sono di una banalità sconfortante, mettendo di fronte idioti che si fanno domande a cui non sarebbe necessario rispondere.
Su queste premesse, il genio Buzzelli scrive un Tex d'autore. O meglio, una satira di Tex.

La sceneggiatura è ancora affidata alla penna di Nizzi! Una famiglia di boscaioli viene attaccata dalla società di legname di turno, e Tex verrà a fare giustizia!
La solita avventura di cui nessuno sentiva il bisogno. Che però diventa la scusa per creare una commedia satirica.

Buzzelli, chiamato in passato "Il Goya del fumetto" o il "Michelangelo dei mostri", rimaneggia quanto scritto da Nizzi per farne una sceneggiatura a due teste.
I personaggi più ingenui si prendono sul serio parlando di banalità, con lo sguardo idiota, mentre altri li deridono continuamente. Tex diventa un bullo, le espressioni iper realistiche di Buzzelli sono di volta in volta stupore, idiozia, derisione, beffa. E' bellissimo vedere Tex fare i soliti discorsi da eroe con un sorriso beffardo da "che diavolo sto dicendo?"
I colpi di scena non mancano, scuse per rendere ancora più ridicolo il lavoro di Nizzi e l'impostazione moderna del fumetto Bonelli.
Le risse sono caricate, diventano spassose, ciniche, sarcastiche verso i cattivi più deboli. L'invincibilità di Tex non è messa in discussione, ma diventa anzi la base per la prepotenza, il sarcasmo, l'arroganza dell'eroe.
"Sangue del diavolo, figlio di bisonte!", anche le classiche imprecazioni sono caricate per ridersi addosso.
Si aggiungono "teste fine" e avvocati boriosi buttati giù dalle scale.



Tex il grande!, perchè l'albo è grosso.
Dicevo, una sceneggiatura a due teste, perchè nei dialoghi e nella narrazione si sente la mano di Nizzi, e il rimaneggiamento di Buzzelli che approfitta di quanto disponibile per dissacrarlo, creare contrasti, cambiamenti continui, schizofrenia di racconto.

Buzzelli non è molto conosciuto in Italia, come molti altri dei nostri geni, ma ha scritto alcune tra le storie più deliranti ed originali del fumetto nostrano, kafkiane, satiriche, sfregianti verso la società moderna o le fobie dell'uomo. A volte autobiografiche.
Sua è una delle più intelligenti definizioni di fumetto con cui sono venuto a contatto: "Un palcoscenico dove ogni attore dà il meglio di sè, con la sua espressività, la diversa capacità di recitazione, la sicurezza o il disagio del momento". Persone che sono lì per recitare, e alcune sono goffe.
Tex il Grande (primo della collana Tex Speciale, insomma il Texone) incarna alla perfezione questo filosofia. E' un'opera teatrale su fumetto.

Non costa nulla, 5.50 euro la ristampa, ed è un acquisto obbligato, per capire, o anche solo ridere dei clichè dei fumetti western, e godersi dell'ottimo esperimento d'autore.
Ridevo in treno.

Tony