domenica 14 dicembre 2008

BECCATI QUESTO PROFONDITA' DI CAMPO ALLA ORSON WELLES

In giapponese:

Asshole Ketsu no ana

oppure

Kikuza (means chrysanthemum, similar to the English term rosebud; old slang)


Che per chi non lo sapesse è quello che alla fine è un fantasma che aveva scritto lui il libro.

lunedì 27 ottobre 2008

Ho letto questa cosa qua finalmente

Dopo tanto cercare, ho letto Casa di Foglie. E' bello e mi è piaciuto: comprendo il fanatismo, pur senza appoggiarlo. Temevo uno sperimentalismo da "guarda come sono bravo a impaginare alla cazzo", e invece l'opera è completa: trovate affascinanti e molto efficaci, e soprattutto sempre ben motivate e con un'effettiva eco sulla narrazione.

Non parlo di eco a caso: proprio il discorso sull'acustica è uno dei capitoli più felici del lungo trattato di Zampanò, esempio anche - nel giochetto di ripetizione - dell'occhiolino di Danielewskicohahscuh, coscientissimo di quanto sta facendo e dei meccanismi che entrano in gioco nel lettore: ragiona su come leggendo troppo in fretta si perdano dettagli importanti proprio quando la struttura diventa più complessa, e così all'improvviso se ne esce con descrizioni che riflettono esattamente quello che chi legge sta provando. Questo sentirsi parte del romanzo, grazie al gioco di cornici ed a tutta una serie di questioni metanarrative che stranamente funzionano, è forse il più grande punto di forza di Casa di Foglie. Un bel boost alla potenza della trama - ed era già potente eh.

Ora un paio di spoiler.

Zampanò è il minotauro? Pagina 547.
La casa, ma non credo di dover venire io a inventarlo, si muove d'accordo coi pensieri di chi vi è perso in mezzo: se non bastano i numerosi accenni al dimenticare ed il fatto che gli animali sembrano venir rifiutati dall'occulto corridoio del mistero (e le donne non ci entrano, ma adesso io non sto dicendo che ci sia un legame di qualche tipo eh), c'è anche il glossario a pagina 383. Perchè è importante questo? Perchè dimostra che i suoi movimenti e il suo predare non sono una puttanata buttata lì. Che è un po' il leit-motiv centrale del romanzo: non è una puttanata buttata lì, per fortuna. Poi ha vita facile perchè usa temi affascinanti: il buio, il labirinto, il vuoto. Ma li usa bene.

Concludo con: mentre lo leggevo sentivo di avere già vissuto sensazioni simili. Google mi ha aiutato nel ricordare Gregor Schneider e la sua doppia mostra al buio: questo è un tipo che si è blindato tutta la casa, piombando le finestre e costruendo cunicoli e passaggi, modificando stanze, sloggiando i genitori. La mostra tentava di replicare l'esperienza di una visita nella sua dead house, e se vi capita andateci che è uno figo.

Poi informatevi sulla casa nella foresta di Stockhausen e sbroccate, che lui è più avanti di tutti.

lunedì 20 ottobre 2008

Albrecht Krause - Vuoto

Il disco è un lavoro di Kosmische Musik, dello stesso filone perseguito da Klaus Schulze e i Tangerine Dream, in qualche modo più immediato di certi lavori data la maggior brevità delle tracce, anche se manca della compattezza e faraonicità che si ritrova, per esempio, nel mio disco di riferimento (Irrlicht). L'ascolto di Vuoto è piacevole, immediato, coinvolgente, ma si percepisce una certa eterogeneità tra le tracce: non tutte sembrano voler confluire verso la stessa tematica, disperdendosi in direzioni molto diverse.

Quasi Stellar Radio Source, Interferences: questa traccia, di apertura, e' a detta dell'autore un esperimento. Lo svolgimento della traccia e' troppo spezzettato per essere musicale, tuttavia riesce a indurre stordimento psichedelico durante l'ascolto. E' una traccia che, data la sua difficolta', non avrei messo in apertura all'album. Verso il quarto minuto i suoni convergono verso una melodia comune, ed e' quello che avrei preferito fosse accaduto dall'inizio. Idealmente, si potrebbe considerare il pezzo come la costruzione e lo svolgimento di un pensiero, fino alla fine sconnesso.

Intermediate-Mass Black Holes In Glubular Clusters: la traccia simula o, in maniera più affascinante, registra l'attivita' di un buco nero. Il buco nero ruota nella testa dell'ascoltatore, incombendo nello spazio d'ascolto. Ai lati, particelle, indifferenti, di passaggio. La vita del cosmo intorno al buco nero ricorda un ecosistema in coadattamento. Verso la fine la rotazione del buco nero (cioe' la frequenza del sintetizzatore) aumenta: abbiamo passato l'orizzonte degli eventi, ne siamo catturati.

Gigantic Quantum Vacuum Fluctuation (Quark-Antiquark Collision)... Genesis: questa traccia racconta più di altre la cosmogonia. La generazione e la ricombinazione dei quark, il vento cosmico, le diseccitazioni radiative degli atomi. I piccoli elementi prendono forma. Composizioni di molecole, aggregati di pianeti che vibrano, vorticano, interagiscono e compongono le galassie. Quindi inizia l'armonia e il gioco dei venti sulla terra. Le stelle lanciano segnali giungendo sulla terra a tempi rarefatti. E poi i processi rallentano, si rilassano.

The Encke Minima and Encke Division In Saturn's A-Ring: la traccia inizia con quelle che sembrano prove di comunicazione radio per intercettare i movimenti di Saturno. In maniera simile a come accade nella traccia del buco nero, viene simulata la rotazione dell'anello di Saturno, ed insieme tempeste, disturbi alla comunicazione di ciò che dovrebbe arrivarci. La traccia, idealmente, e' preparativa dell'ultimo brano dell'album, apice emotivo del disco.

Closed Timelike Curves (M Wormhole): wormhole ha il suono di un lungo lamento, un viaggio. La dimensione e' estraniata, il passaggio nel wormhole non avviene in un universo silente, ma in uno spazio distorto e popolato di suoni, altri lamenti, correnti. Si percepisce un senso di alienazione, quasi che il viaggio fosse in realta' una crisi interiore, di cui non si conoscerà l'esito fino alla fine. Sulla base di queste considerazioni si può capire perche' lo svolgimento sia lento, il rincorrersi di ossessioni, piuttosto che un flusso secco più coerente con le ipotesi fisiche del wormhole.

Il disco parte con sensazioni statiche, per arrivare alla fase di strappo emotivo nelle ultime tracce, lasciando, più che l'idea di un viaggio compiuto, la sensazione di una persona inquieta, con ancora molto da delineare, come evidenziato dal finale aperto.

martedì 23 settembre 2008

Nuove serie, vecchie serie. Perchè così serie? [SPOILERS]


Ripeto, qua si spoilera roba. Non leggete.

-HEROES s03

Ritorna il format più amato dai bimbiminchia fumettari come me dopo una seconda serie che aveva deluso i più. A me era piaciuta perchè coraggiosa nel proprio cambiare tante carte in tavola, nell'aggiungere personaggi nuovi - anche ottimi personaggi nuovi, come Adam - e nuove storie. Lo stesso coraggio che ne ha determinato il fallimento, visto che al popolo dei fumetti i cambiamenti non piacciono troppo - senza contare lo sciopero che ci ha regalato un ritmo schizofrenico in cui le ultime puntate erano una sfida a rimanere fermi sulla sedia, dopo metà serie lentissima e riflessiva.
Kring ha fatto tesoro delle richieste degli abituali clienti Marvel, ed in 40 minuti ci dà una nuova minaccia globale, nuovi poteri per tutti, i vecchi personaggi che ritornano al proprio mestiere - anche se talvolta con una certa odiosa ironia, tipo che allora te ne rendi conto - come se nulla fosse successo. Ma vaffanculo.

- Californication s02

Anche Hank Moody torna alle origini, ma d'altra parte qua ce l'aspettavamo tutti anche perchè l'alternativa era chiudere così. Qualche novità c'è a dire il vero, e il ritmo è quello che abbiamo imparato ad amare. Le prime due puntate fungono un po' da pilota autoconclusivo, vedremo come va avanti.

- Death Note

Questo è giusto perchè sono due anni che ne faccio una malattia, quindi festeggio un po' per l'ultimo numero. Posso finalmente dire se il finale mi ha deluso o meno.
Suspense.
Non mi ha deluso, perchè l'emozione c'è tutta - ovviamente con L sarebbe stata un'altra cosa, ma questo avrebbe significato rinunciare al colpo di scena più emozionante dell'intera storia dell'umanità (per dire eh). Inoltre, non mi piace quando le cose vanno esattamente come mi aspetto, quindi ci sta che Light perda per un errore che non ha commesso, ci sta la caduta del Dio nel momento in cui si rende conto di non avere più scampo (un lato del suo carattere comunque non nascosto nei primi numeri, e più evidente nell'anime - pregevole anche se macchiettistico). Le ultime pagine sono più profonde di quanto possa sembrare: non so se quella sia Misa, ma la processione in onore di Kira non fa altro che confermarmi che tutto sommato all'autrice l'avvento di una figura del genere non dispiacerebbe.
La divinità della morte che porta la giustizia in Giappone pare essere un argomento che gli gnappi sentono particolarmente, considerato il numero di opere che ne parlano (cito a memoria anche Manhole, ma ce ne sono almeno un altro paio recenti). Giapponesi gente preoccupata, ed anche io perchè chissà cosa gli passa per la testa a quelli.


Brrr, questo post ha un tono da perdente che mi fa odiare me stesso. Il che in genere significa che è banalmente leggibile. Buona visione.

lunedì 15 settembre 2008

The Great Gig in the Sky

E muore anche Richard Wright, tastierista dei Pink Floyd. Se l'è portato via il cancro.
Adesso se vado a rivedere Waters piango sicuro.

Niente reunion per noi fanboy, in pratica.


Ora starà suonando il suo pezzo più bello per Gesù.

mercoledì 3 settembre 2008

Goodnight, sweet prince. Mai più "This fall..."

E' morto Don LaFontaine, la voce dei trailer USA, quello di "in a world..." e "this fall, you...". 68 anni, 5000 apparizioni.

Ora sta doppiando il suo trailer più bello per Gesù.

venerdì 29 agosto 2008

A Mulder piace la patata

Duchovny in riabilitazione

Ora, considerato che il 28 settembre esce la seconda serie di Californication, darò un milione di dollari a chiunque sia in grado di dimostrarmi che questa non è pubblicità.

Non sono pronto a escludere che sia proprio questo l'attacco della serie, peraltro.