Dopo tanto cercare, ho letto Casa di Foglie. E' bello e mi è piaciuto: comprendo il fanatismo, pur senza appoggiarlo. Temevo uno sperimentalismo da "guarda come sono bravo a impaginare alla cazzo", e invece l'opera è completa: trovate affascinanti e molto efficaci, e soprattutto sempre ben motivate e con un'effettiva eco sulla narrazione.
Non parlo di eco a caso: proprio il discorso sull'acustica è uno dei capitoli più felici del lungo trattato di Zampanò, esempio anche - nel giochetto di ripetizione - dell'occhiolino di Danielewskicohahscuh, coscientissimo di quanto sta facendo e dei meccanismi che entrano in gioco nel lettore: ragiona su come leggendo troppo in fretta si perdano dettagli importanti proprio quando la struttura diventa più complessa, e così all'improvviso se ne esce con descrizioni che riflettono esattamente quello che chi legge sta provando. Questo sentirsi parte del romanzo, grazie al gioco di cornici ed a tutta una serie di questioni metanarrative che stranamente funzionano, è forse il più grande punto di forza di Casa di Foglie. Un bel boost alla potenza della trama - ed era già potente eh.
Ora un paio di spoiler.
Zampanò è il minotauro? Pagina 547.
La casa, ma non credo di dover venire io a inventarlo, si muove d'accordo coi pensieri di chi vi è perso in mezzo: se non bastano i numerosi accenni al dimenticare ed il fatto che gli animali sembrano venir rifiutati dall'occulto corridoio del mistero (e le donne non ci entrano, ma adesso io non sto dicendo che ci sia un legame di qualche tipo eh), c'è anche il glossario a pagina 383. Perchè è importante questo? Perchè dimostra che i suoi movimenti e il suo predare non sono una puttanata buttata lì. Che è un po' il leit-motiv centrale del romanzo: non è una puttanata buttata lì, per fortuna. Poi ha vita facile perchè usa temi affascinanti: il buio, il labirinto, il vuoto. Ma li usa bene.
Concludo con: mentre lo leggevo sentivo di avere già vissuto sensazioni simili. Google mi ha aiutato nel ricordare Gregor Schneider e la sua doppia mostra al buio: questo è un tipo che si è blindato tutta la casa, piombando le finestre e costruendo cunicoli e passaggi, modificando stanze, sloggiando i genitori. La mostra tentava di replicare l'esperienza di una visita nella sua dead house, e se vi capita andateci che è uno figo.
Poi informatevi sulla casa nella foresta di Stockhausen e sbroccate, che lui è più avanti di tutti.
Non parlo di eco a caso: proprio il discorso sull'acustica è uno dei capitoli più felici del lungo trattato di Zampanò, esempio anche - nel giochetto di ripetizione - dell'occhiolino di Danielewskicohahscuh, coscientissimo di quanto sta facendo e dei meccanismi che entrano in gioco nel lettore: ragiona su come leggendo troppo in fretta si perdano dettagli importanti proprio quando la struttura diventa più complessa, e così all'improvviso se ne esce con descrizioni che riflettono esattamente quello che chi legge sta provando. Questo sentirsi parte del romanzo, grazie al gioco di cornici ed a tutta una serie di questioni metanarrative che stranamente funzionano, è forse il più grande punto di forza di Casa di Foglie. Un bel boost alla potenza della trama - ed era già potente eh.
Ora un paio di spoiler.
Zampanò è il minotauro? Pagina 547.
La casa, ma non credo di dover venire io a inventarlo, si muove d'accordo coi pensieri di chi vi è perso in mezzo: se non bastano i numerosi accenni al dimenticare ed il fatto che gli animali sembrano venir rifiutati dall'occulto corridoio del mistero (e le donne non ci entrano, ma adesso io non sto dicendo che ci sia un legame di qualche tipo eh), c'è anche il glossario a pagina 383. Perchè è importante questo? Perchè dimostra che i suoi movimenti e il suo predare non sono una puttanata buttata lì. Che è un po' il leit-motiv centrale del romanzo: non è una puttanata buttata lì, per fortuna. Poi ha vita facile perchè usa temi affascinanti: il buio, il labirinto, il vuoto. Ma li usa bene.
Concludo con: mentre lo leggevo sentivo di avere già vissuto sensazioni simili. Google mi ha aiutato nel ricordare Gregor Schneider e la sua doppia mostra al buio: questo è un tipo che si è blindato tutta la casa, piombando le finestre e costruendo cunicoli e passaggi, modificando stanze, sloggiando i genitori. La mostra tentava di replicare l'esperienza di una visita nella sua dead house, e se vi capita andateci che è uno figo.
Poi informatevi sulla casa nella foresta di Stockhausen e sbroccate, che lui è più avanti di tutti.