lunedì 27 ottobre 2008

Ho letto questa cosa qua finalmente

Dopo tanto cercare, ho letto Casa di Foglie. E' bello e mi è piaciuto: comprendo il fanatismo, pur senza appoggiarlo. Temevo uno sperimentalismo da "guarda come sono bravo a impaginare alla cazzo", e invece l'opera è completa: trovate affascinanti e molto efficaci, e soprattutto sempre ben motivate e con un'effettiva eco sulla narrazione.

Non parlo di eco a caso: proprio il discorso sull'acustica è uno dei capitoli più felici del lungo trattato di Zampanò, esempio anche - nel giochetto di ripetizione - dell'occhiolino di Danielewskicohahscuh, coscientissimo di quanto sta facendo e dei meccanismi che entrano in gioco nel lettore: ragiona su come leggendo troppo in fretta si perdano dettagli importanti proprio quando la struttura diventa più complessa, e così all'improvviso se ne esce con descrizioni che riflettono esattamente quello che chi legge sta provando. Questo sentirsi parte del romanzo, grazie al gioco di cornici ed a tutta una serie di questioni metanarrative che stranamente funzionano, è forse il più grande punto di forza di Casa di Foglie. Un bel boost alla potenza della trama - ed era già potente eh.

Ora un paio di spoiler.

Zampanò è il minotauro? Pagina 547.
La casa, ma non credo di dover venire io a inventarlo, si muove d'accordo coi pensieri di chi vi è perso in mezzo: se non bastano i numerosi accenni al dimenticare ed il fatto che gli animali sembrano venir rifiutati dall'occulto corridoio del mistero (e le donne non ci entrano, ma adesso io non sto dicendo che ci sia un legame di qualche tipo eh), c'è anche il glossario a pagina 383. Perchè è importante questo? Perchè dimostra che i suoi movimenti e il suo predare non sono una puttanata buttata lì. Che è un po' il leit-motiv centrale del romanzo: non è una puttanata buttata lì, per fortuna. Poi ha vita facile perchè usa temi affascinanti: il buio, il labirinto, il vuoto. Ma li usa bene.

Concludo con: mentre lo leggevo sentivo di avere già vissuto sensazioni simili. Google mi ha aiutato nel ricordare Gregor Schneider e la sua doppia mostra al buio: questo è un tipo che si è blindato tutta la casa, piombando le finestre e costruendo cunicoli e passaggi, modificando stanze, sloggiando i genitori. La mostra tentava di replicare l'esperienza di una visita nella sua dead house, e se vi capita andateci che è uno figo.

Poi informatevi sulla casa nella foresta di Stockhausen e sbroccate, che lui è più avanti di tutti.

lunedì 20 ottobre 2008

Albrecht Krause - Vuoto

Il disco è un lavoro di Kosmische Musik, dello stesso filone perseguito da Klaus Schulze e i Tangerine Dream, in qualche modo più immediato di certi lavori data la maggior brevità delle tracce, anche se manca della compattezza e faraonicità che si ritrova, per esempio, nel mio disco di riferimento (Irrlicht). L'ascolto di Vuoto è piacevole, immediato, coinvolgente, ma si percepisce una certa eterogeneità tra le tracce: non tutte sembrano voler confluire verso la stessa tematica, disperdendosi in direzioni molto diverse.

Quasi Stellar Radio Source, Interferences: questa traccia, di apertura, e' a detta dell'autore un esperimento. Lo svolgimento della traccia e' troppo spezzettato per essere musicale, tuttavia riesce a indurre stordimento psichedelico durante l'ascolto. E' una traccia che, data la sua difficolta', non avrei messo in apertura all'album. Verso il quarto minuto i suoni convergono verso una melodia comune, ed e' quello che avrei preferito fosse accaduto dall'inizio. Idealmente, si potrebbe considerare il pezzo come la costruzione e lo svolgimento di un pensiero, fino alla fine sconnesso.

Intermediate-Mass Black Holes In Glubular Clusters: la traccia simula o, in maniera più affascinante, registra l'attivita' di un buco nero. Il buco nero ruota nella testa dell'ascoltatore, incombendo nello spazio d'ascolto. Ai lati, particelle, indifferenti, di passaggio. La vita del cosmo intorno al buco nero ricorda un ecosistema in coadattamento. Verso la fine la rotazione del buco nero (cioe' la frequenza del sintetizzatore) aumenta: abbiamo passato l'orizzonte degli eventi, ne siamo catturati.

Gigantic Quantum Vacuum Fluctuation (Quark-Antiquark Collision)... Genesis: questa traccia racconta più di altre la cosmogonia. La generazione e la ricombinazione dei quark, il vento cosmico, le diseccitazioni radiative degli atomi. I piccoli elementi prendono forma. Composizioni di molecole, aggregati di pianeti che vibrano, vorticano, interagiscono e compongono le galassie. Quindi inizia l'armonia e il gioco dei venti sulla terra. Le stelle lanciano segnali giungendo sulla terra a tempi rarefatti. E poi i processi rallentano, si rilassano.

The Encke Minima and Encke Division In Saturn's A-Ring: la traccia inizia con quelle che sembrano prove di comunicazione radio per intercettare i movimenti di Saturno. In maniera simile a come accade nella traccia del buco nero, viene simulata la rotazione dell'anello di Saturno, ed insieme tempeste, disturbi alla comunicazione di ciò che dovrebbe arrivarci. La traccia, idealmente, e' preparativa dell'ultimo brano dell'album, apice emotivo del disco.

Closed Timelike Curves (M Wormhole): wormhole ha il suono di un lungo lamento, un viaggio. La dimensione e' estraniata, il passaggio nel wormhole non avviene in un universo silente, ma in uno spazio distorto e popolato di suoni, altri lamenti, correnti. Si percepisce un senso di alienazione, quasi che il viaggio fosse in realta' una crisi interiore, di cui non si conoscerà l'esito fino alla fine. Sulla base di queste considerazioni si può capire perche' lo svolgimento sia lento, il rincorrersi di ossessioni, piuttosto che un flusso secco più coerente con le ipotesi fisiche del wormhole.

Il disco parte con sensazioni statiche, per arrivare alla fase di strappo emotivo nelle ultime tracce, lasciando, più che l'idea di un viaggio compiuto, la sensazione di una persona inquieta, con ancora molto da delineare, come evidenziato dal finale aperto.