In ordine come son venuti su da dietro il letto:
Jack of Fables (Willingham, Sturges, Akins - che non so chi siano): una sorta di introduzione a quella che è poi la serie Vertigo. Sì, Vertigo, quindi ben attenti. Le idee ci sono e la storia è appassionante: il Jack delle favole, il superfichetto che ammazza i giganti e salva le principesse e somiglia al protagonista di Ass Worship #9 (o forse era Fashion Underground di Tera Patrick, comunque uno così) viene imprigionato in un campo di concentramento per personaggi fantastici. Indovinate cosa succede? Esatto, ma vale la pena di scoprire come. D'altra parte ci sono solo x trame fondamentali bla bla.
Quebrada - La città delle maschere (di troppa gente, tutta italiana): Sin City nostrano in salsa guacamole. Un po' derivativo e non esattamente ispirato, ma può crescere bene.
Rising Stars - Untouchable (F.K. Avery, Anderson) e Bright\Le Voci dei Morti (Avery, Jurgens, Johnson, Rio): lasciateli dove sono. Di Rising Stars poi ne riparliamo, perchè il trittico supereroistico di Straczynski merita qualche riga. Il punto è: già lui spiega più di quanto sia lecito fare, e senza neanche lasciare al lettore il tempo di porsi domande; avevamo bisogno davvero dello spin off disegnato male? Inutile come Hannibal Lecter (il film, non il gourmet), si salva giusto qualcosa di Untouchable, ma non è davvero niente di cui si sentisse la mancanza.
Futuri Incredibili (ALAN MOORE, TUTTO MAIUSCOLO): sì, è roba di Moore quindi ne parlerò bene per forza. Nella fattispecie, strisce da 2000AD. Che non è famoso per la cultura trasmessa, e infatti ci troviamo davanti a quadretti futuribili godibili ma non particolarmente profondi, con scopiazzature da King e improbabili visioni alla Douglas Adams (quello della Guida Galattica). Un passatempo piacevole e poco impegnativo.
Judge Dredd - Dredd vs. Death (Wagner, Grant, Bolland): sempre da 2000AD, che non so perchè ma mi fa venire voglia di birra. Il livello di profondità è quello delle figurine nei Chewing Gum o di quelle riviste di quando ero bambino che avevano dentro dei piccoli alieni di plastica, che erano ganzissime ma forse perchè ero bambino - se mi capite.
Bloody Mary (Ennis, Ezquerra): sentite, Ennis ha scritto Preacher. Comprate pure a scatola chiusa, c'è una killer vestita da suora che ammazza santoni e supersoldati.
Planetes (Makoto Yukimura): serie in quattro volumi da cui è stato tratto anche un anime che non definirei esattamente fedele. Tirare in ballo gli haiku per fare le metafore quando si parla di roba gnappa è come usare la salsa guacamole (che si fa con l'avocado) per la sineddoche, però qua si fa anche cultura ed allora vi spiego che queste piccole composizioni, brevi quadretti vibranti d'odore di foglie bagnate, si concludono sempre con un accenno ad una stagione, mentre in questo caso (ecco che arriva la metafora) l'odore è quello dello spazio, che in quest'opera sa di salsedine come la distesa che chiama a sè marinai romantici e romantici in preda allo spleen. Una riflessione toccante sul luogo cui apparteniamo e sulle persone che vorremmo lo abitassero.
Jack of Fables (Willingham, Sturges, Akins - che non so chi siano): una sorta di introduzione a quella che è poi la serie Vertigo. Sì, Vertigo, quindi ben attenti. Le idee ci sono e la storia è appassionante: il Jack delle favole, il superfichetto che ammazza i giganti e salva le principesse e somiglia al protagonista di Ass Worship #9 (o forse era Fashion Underground di Tera Patrick, comunque uno così) viene imprigionato in un campo di concentramento per personaggi fantastici. Indovinate cosa succede? Esatto, ma vale la pena di scoprire come. D'altra parte ci sono solo x trame fondamentali bla bla.
Quebrada - La città delle maschere (di troppa gente, tutta italiana): Sin City nostrano in salsa guacamole. Un po' derivativo e non esattamente ispirato, ma può crescere bene.
Rising Stars - Untouchable (F.K. Avery, Anderson) e Bright\Le Voci dei Morti (Avery, Jurgens, Johnson, Rio): lasciateli dove sono. Di Rising Stars poi ne riparliamo, perchè il trittico supereroistico di Straczynski merita qualche riga. Il punto è: già lui spiega più di quanto sia lecito fare, e senza neanche lasciare al lettore il tempo di porsi domande; avevamo bisogno davvero dello spin off disegnato male? Inutile come Hannibal Lecter (il film, non il gourmet), si salva giusto qualcosa di Untouchable, ma non è davvero niente di cui si sentisse la mancanza.
Futuri Incredibili (ALAN MOORE, TUTTO MAIUSCOLO): sì, è roba di Moore quindi ne parlerò bene per forza. Nella fattispecie, strisce da 2000AD. Che non è famoso per la cultura trasmessa, e infatti ci troviamo davanti a quadretti futuribili godibili ma non particolarmente profondi, con scopiazzature da King e improbabili visioni alla Douglas Adams (quello della Guida Galattica). Un passatempo piacevole e poco impegnativo.
Judge Dredd - Dredd vs. Death (Wagner, Grant, Bolland): sempre da 2000AD, che non so perchè ma mi fa venire voglia di birra. Il livello di profondità è quello delle figurine nei Chewing Gum o di quelle riviste di quando ero bambino che avevano dentro dei piccoli alieni di plastica, che erano ganzissime ma forse perchè ero bambino - se mi capite.
Bloody Mary (Ennis, Ezquerra): sentite, Ennis ha scritto Preacher. Comprate pure a scatola chiusa, c'è una killer vestita da suora che ammazza santoni e supersoldati.
Planetes (Makoto Yukimura): serie in quattro volumi da cui è stato tratto anche un anime che non definirei esattamente fedele. Tirare in ballo gli haiku per fare le metafore quando si parla di roba gnappa è come usare la salsa guacamole (che si fa con l'avocado) per la sineddoche, però qua si fa anche cultura ed allora vi spiego che queste piccole composizioni, brevi quadretti vibranti d'odore di foglie bagnate, si concludono sempre con un accenno ad una stagione, mentre in questo caso (ecco che arriva la metafora) l'odore è quello dello spazio, che in quest'opera sa di salsedine come la distesa che chiama a sè marinai romantici e romantici in preda allo spleen. Una riflessione toccante sul luogo cui apparteniamo e sulle persone che vorremmo lo abitassero.
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